ENRICO LICHERI
PRIMOGENITO CLAN TOREADOR
Enrico nasce in una famiglia dell’alta borghesia milanese, figlio di Andrea Licheri e Margherita Tulan. Il padre Andrea era primario di chirurgia dell’Ospedale Maggiore di Milano e la madre Margherita era prima voce solista della Scala.
La sua educazione, sin dalla tenera età, fu affidata a balie e maestri affinché la sua istruzione fosse sempre eccellente.
Intraprese una carriera universitaria nell’ambito artistico. Completati gli studi decise di prendere la vita in pugno e iniziare a girare l’Italia.
Nel 1903 si trovò in terra di Bari in occasione dell’inaugurazione del Teatro Petruzzelli; qui venne in contatto con esponenti di arte locali tra cui Gaetano Furo. La comune passione per l'arte fu la base del loro rapporto d’amicizia. Insieme aprirono la Pinacoteca di Bari, forti dei soldi di Enrico e dell’esperienza di Gaetano.
Purtroppo però, poco dopo l’inaugurazione, Gaetano morì e Enrico dovette continuare da solo il loro lavoro, divenendo uno dei maggiori esperti d'arte in tutta la provincia barese
Gli anni passarono e il suo nome era divenuto popolare per la sua ricca e variopinta collezione. Il suo desiderio però di avere sempre più pezzi d’arte rara lo spinsero a fare affari con la mafia.
Enrico Licheri si è sempre distinto sin da quando la baronia di Bari è nata, finanziandola nei modi più disparati.
Difficilmente abbandonava il suo territorio e trattava con altri cainiti, molto spesso delegava il compito ai suoi subordinati. Gli unici motivi che lo spingevano a uscire erano gli spettacoli teatrali, le inaugurazioni di mostre.
Adorava circondarsi di umani che veneravano lui e la sua arte, infatti era solito prestare pezzi della sua collezione più esclusiva per mostre di ogni tipo.
Molto noti erano i suoi party esclusivi, in cui vi si poteva accedere solo su invito e in cui c'era la possibilità di parlare con lui di persona, persino per siglare qualche buon accordo. Molti cainiti riuscirono a emergere, nel mondo culturale grazie a lui.
La sua educazione, sin dalla tenera età, fu affidata a balie e maestri affinché la sua istruzione fosse sempre eccellente.
Intraprese una carriera universitaria nell’ambito artistico. Completati gli studi decise di prendere la vita in pugno e iniziare a girare l’Italia.
Nel 1903 si trovò in terra di Bari in occasione dell’inaugurazione del Teatro Petruzzelli; qui venne in contatto con esponenti di arte locali tra cui Gaetano Furo. La comune passione per l'arte fu la base del loro rapporto d’amicizia. Insieme aprirono la Pinacoteca di Bari, forti dei soldi di Enrico e dell’esperienza di Gaetano.
Purtroppo però, poco dopo l’inaugurazione, Gaetano morì e Enrico dovette continuare da solo il loro lavoro, divenendo uno dei maggiori esperti d'arte in tutta la provincia barese
Gli anni passarono e il suo nome era divenuto popolare per la sua ricca e variopinta collezione. Il suo desiderio però di avere sempre più pezzi d’arte rara lo spinsero a fare affari con la mafia.
Enrico Licheri si è sempre distinto sin da quando la baronia di Bari è nata, finanziandola nei modi più disparati.
Difficilmente abbandonava il suo territorio e trattava con altri cainiti, molto spesso delegava il compito ai suoi subordinati. Gli unici motivi che lo spingevano a uscire erano gli spettacoli teatrali, le inaugurazioni di mostre.
Adorava circondarsi di umani che veneravano lui e la sua arte, infatti era solito prestare pezzi della sua collezione più esclusiva per mostre di ogni tipo.
Molto noti erano i suoi party esclusivi, in cui vi si poteva accedere solo su invito e in cui c'era la possibilità di parlare con lui di persona, persino per siglare qualche buon accordo. Molti cainiti riuscirono a emergere, nel mondo culturale grazie a lui.
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